‘A gatta pressarola ha fattu i figli cecati; La gatta frettolosa ha partorito dei gattini ciechi. Non bisogna mai aver fretta , ma fare tutto secondo il tempo necessario. ‘A lingua vatte addue ‘u dente dole; La lingua si adagia sul dente che duole. Indica la testardaggine delle persone nel fare determinate cose o nel mantenere determinati comportamenti. Alla squajjiata da’ niva tutti i strunzi paranu; A neve sciolta appaiono tutte le minuzie che vi si celavano. Le cose fatte con superficialità alla lunga rivelano i difetti. Alla faccia tua; Alla tua faccia. A tuo dispetto. Allongare ‘u cuallu; Allungare il collo. Molto spesso si usa quando, in una discussione, si alza la voce a difesa delle proprie ragioni, spesso arrogantemente. Allongare ‘u vrùadu; Allungare il brodo. In senso figurativo si riferisce a colui che allunga il discorso. Amicu cu’ tutti e fedele cu’ nessunu; Amico con tutti e fedele con nessuno. L’ uomo deve essere furbo e saper praticare amicizia con tutti, ma se vuole mantenere la propria libertà d’azione, non deve essere fedele a nessuno. A mani junte; A mani vuote. La “junta” ( lat. Jungère) è il vuoto compreso tra i palmi delle mani. ‘A mejjia parola è chilla che un se dice; La miglior parola è quella che non si dice. E’ assai apprezzabile chi parla poco. Ammaccare i dìanti; Patire il freddo. Dal freddo si battono i denti. Amaru china more; Dolore per chi muore. Chi ha la peggio è sempre colui che muore. I restanti, finito il periodo di lutto, si consoleranno. Amaru china sta speranza all’atri; E’ illuso chi spera negl’altri. E’ da compiangere colui che confida nell’aiuto degl’altri. Ancora ci fete la vucca du’ latte; Ancora gli puzza la bocca di latte. Il motto ammonisce una persona che non è matura. A ùacchiu e cruce; Ad occhio e croce. Misurare, stimare in modo approssimativo. A quannu a quannu; Appena appena. A stento , a fatica. Arrassu sia; Stia al posto suo. E’ un intercalare frequente che indica l’augurio che alcune disgrazie non accadano mai. ‘A troppa cumpidènza è patruna da’ male criànza; La troppa confidenza è padrona dell’ indecenza. Il troppo storpia. Prendersi troppa libertà è solo da screanzati. Attaccare buttunu; Attaccare bottone. Intrattenere qualcuno in un discorso noioso e pedante. Attacca u ciucciu adduvu vo lu patrunu; Attacca l’asino dove il padrone ritiene opportuno. Non si ottiene nessun profitto trasgredendo alle regole che il capo impone; la miglior cosa è fare proprio come dice lui, anche se sbaglia. Sarà, infatti, lui il responsabile degli eventuali errori che potrai commettere. A tutte cose c’è rimediu, menu alla morte; A tutte le cose c’è rimedio, meno alla morte. A tutto si pone riparo meno che alla morte. ‘A vecchiaia è ‘na carogna; La vecchiaia è brutta da sopportarsi. Avire ‘a nasca tisa; Avere il naso verso su. In senso figurativo indica orgoglio, presunzione . Si è convinti della propria superiorità. Avire ‘a luna storta; Avere la luna di traverso. Essere arrabbiato, perché le cose non vanno del verso giusto. Avire ‘a testa supra i spalli; Avere la testa sulle spalle. Essere ragionevole, poco incline alla rabbia. Di persona calma, assennata. Avire i mani grupate; Avere le mani bucate. Essere spendaccione, non risparmiatore. Avire i mani ‘nta pasta; Avere le mani in pasta. Essere poco scaltro, persona lenta , che non sa disbrigare le faccende e non sa uscire dalle situazioni incresciose. Avire i piedi ‘e papare; Avere i piedi di papera. Camminare con la punta dei piedi in fuori imitando l’andatura che è propria delle papere. Avire l’argentu vivo; Avere (addosso) il mercurio. Caratteristica appartenente a persona vivace, irrequieta. Avire i sette bellizze; Avere le sette bellezze. Essere bello in sommo grado. Avire l’artìatica; Avere irrequietezza. Come “avire l’argentu vivu” è solito riferirla ai ragazzi che non stanno mai fermi. Avire ‘na cosa supra ‘a punta d’a lingua; Avere una cosa sulla punta della lingua. Dimenticarsi di una cosa appena pensata, difficoltà a pronunciarla per via della mancanza di memoria. |